martedì 4 dicembre 2012

Amiche, emozioni, libertà e tunnel...

Ieri è stato il giorno delle emozioni.

Ieri pomeriggio l’emozione della libertà di fare qualcosa per me: incontrare Nigella Lawson, una foodwriter che seguo con passione da tanti anni. E’ la rappresentazione del piacere di essere donna, mamma, cuoca, ospite, amica. Un condensato di sensualità e joie-de-vivre. In coda per l’autografo, senza tutte le sovrastrutture dei ruoli, con un'altra ragazza con cui condivido la stessa passione senza competizione…ero libera, felice.

Ieri sera l’emozione di trascorrere del tempo di qualità con un’amica che vedo poco ma che è un punto di riferimento importante e condividere con lei pensieri e riflessioni.

Molti anni fa, molto prima che squillasse l’orologio biologico del senso materno, quando le mie amiche hanno cominciato a figliare, io guardavo, ascoltavo e…”prendevo appunti” su modi e maniere per essere mamma. Si è costruito una sorta di “libretto rosso” (l’ho sempre chiamato così) di tutti i “mi piace” o “non mi piace” delle mamme che avevo attorno. Quando (finalmente) è stato il mio turno, per ogni singolo argomento avevo una panoramica di opzioni tra cui scegliere e costruire così il mio “modus” di essere mamma. Un manuale vivente di consigli e situazioni.

Avevo mentalmente diviso il mio “libretto rosso” per mamma (tipo, relazione, status) e per situazione (quotidiana, eccezionale, propedeutica, ludica) e lo consultavo ogni volta che avevo dei dubbi. Con il tempo la cerchia di mamme che hanno contribuito alla stesura del mio “libretto” si è consolidata e soprattutto ristretta, alcune mamme sono diventate vere e proprie opinion leader.

L’ospite di ieri sera era proprio una di quelle che più hanno influenzato alcune scelte concrete o educative o indirizzato il mio modo di costruire il ruolo di genitore e il rapporto con i figli.

Oggi lei è fuori dal tunnel, ha chiuso passeggini e fasciatoi e finito le pappe. Oggi lei comincia a parlare, viaggiare, condividere. Io invece sono proprio a metà del guado: passeggini, pappe, pannolini, fasciatoi e ghe-ghe che in questi giorni mi pesano tanto. Così tanto che non è nemmeno giusto dirlo ma è così. A lei tutto questo manca, tanto. Io invece ora sento il peso dei 40 anni anche nella distanza dai nanetti.

Parlando di “fine del tunnel”, abbiamo analizzato il suo giusto orizzonte: l’infinito.

Quando finalmente i bambini cammineranno da soli, sarà il momento di insegnargli a camminare al nostro
fianco. Poi il momento di fare in modo che gli piaccia camminare al nostro fianco, e poi ancora il momento di trattenerli al nostro fianco pur lasciandoli andare via…e così per tutta la vita. E questo si può fare soltanto offrendo ai figli lo spazio per essere persone, separate e unite a noi. E il guado non finirà mai. Ogni traguardo è un nuovo inizio, senza soluzione di continuità.

Avevo ben previsto il viaggio eterno dell’essere genitore ma in questo momento i passeggini pesano così tanto che l’orizzonte era sceso a un più terreno impegno a “tempo determinato”, fino alla fine dei pannolini. Fino a ieri sera. Stamattina correndo agli asili ho stretto forte la mano di Mini, sperando di tenerla davvero sempre con me.

Queste sono le mamme il cui confronto e conforto è guida e non competizione, questa è la libertà delle emozioni e delle relazioni. Queste sono persone che hanno uno spessore così importante che il ruolo di mamma è solo uno dei tanti. Queste sono le Amiche di cui abbiamo bisogno perché le fondamenta della nostra anima siano sempre più salde.

Nessun commento:

Posta un commento