mercoledì 9 gennaio 2013

Mamma, ci vediamo in sogno stanotte?

Quando è nato Mini un'amica cara con un nome impronunciabile mi ha regalato un libro bellissimo che aveva scritto lei per la nanna dei bambini. E' così bello che lo abbiamo letto tutte le sere (proprio tutte) per un anno intero e ora stiamo facendo lo stesso con Micro.
Mini aveva sei mesi quando abbiamo iniziato una routine serale che ci è entrata dentro ed è diventata un momento imperdibile della giornata, anche oggi. Parte della routine ha girato per tanto tempo attorno a questo libretto in particolare e ai suoi disegni ognuno dei quali ha ispirato storie e racconti.
In fondo al libro c'è una poesia molto dolce, dedicata alla mamma. Una cantilena tenera che l'amica M mi aveva raccontato essere nata da un gioco che faceva con i suoi bambini quando erano piccoli e magari era una di quelle sere in cui chiudere gli occhi era un po' più faticoso. Il gioco è magico e funziona davvero.
E allora giochiamo anche noi: io mi siedo qui accanto al tuo lettino e ti prendo per mano, chiudiamo gli occhi e decidiamo insieme che cosa sognare, dove andare, cosa fare e con chi e proviamo a incontrarci in sogno…chiacchieriamo per un po’ immaginando la scena, finchè il sogno non diventa…sonno.
Ogni volta è un fiorire di quadretti meravigliosi e divertenti, spesso sono vaneggiamenti ma non importa. Questi quelli dell’altra sera:
“Andiamo al mare, in spiaggia con Camilla e Stefano. Guarda mamma, c’è anche un amico di Stefano che si chiama Edoardo, lui ha 18 ani, è grandissimo (non esiste Ndr). Si chiama Edo non Edoardo, perché Edoardo è nella mia scuola ma lui si chiama Edoardosalutati (credo), come l’altro Edo - non Edoardo però - che ha le moto potentissime ma sono rotte”.
“Adesso andiamo alle giostre con i miei amici ma io prendo la coda così vinco io e poi andiamo a comprare la focaccia e andiamo a mangiare da Michele con Stefano e la sua mamma e io mangio i tubini e anche Stefano.”
“Adesso voglio andare a casa di Vittoria e di Gregorio a giocare perché voglio giocare con la scatola di macchinine. Gregorio ha una scatola piena di macchinine potenti che hanno tanti cilindri. E' vero che mamma Erica mi fa giocare con le macchinine?”
“Adesso voglio andare al giapponese con la nonna, il nonno, la nonna, lo zio, la zia e anche lo zio M, e il papà e la piccola e io mangio le patate, il pessiolino (sic), e anche le salsicce e anche i biscotti al cioccolato. E c’è anche Ludovica, te lo ricordavi, vero mamma che era venuta anche Ludovica, perché a lei piace il giapponese e anche a me.”
E' andata proprio così, letteralmente. Un fiume delirante di parole e di immagini, un divertente mix and match di impegni sociali, amici, parenti, situazioni già vissute - alcune anche tanto tempo fa. Ho faticato a stargli dietro e soprattutto a restare seria. L’ho lasciato vaneggiare ancora qualche minuto tenendogli la manina, finchè le parole hanno lasciato il posto a un sonno pesante e affollato.

PS. Il libro è “LUNA CAMOMILLA” di Myfanwy Woods-Jack e illustrato da Valeria Fogato - Edibimbi, Edicart, 2008

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