Abbiamo timbrato il cartellino del ponte pasquale al mare, come quasi tutta Milano (il resto del quasi era in montagna ad approfittare dell’ultima neve). Ci siamo convinti, nonostante il tempo, a tentare la sorte..il rischio era una dose massiccia di Pippi Calzelunge e Pantera Rosa sul divano. Abbiamo rischiato e ci è andata bene...siamo riusciti a tenere basso il video-dosaggio d'emergenza.
Il traslocodelweekend sta lentamente (ma molto lentamente) diventando meno drammatico (oppure noi ci stiamo abituando) e abbiamo accettato anche che il riposo è solo quello dell’anima, per quello fisico dobbiamo attendere le gite scolastiche. E così siamo partiti alla ricerca del sole, di un panorama decente e di un cambio di aria che fa sempre bene, a grandi e piccini (se milanesi, anche un po' di più).
In ogni caso Mini al mare è davvero più simpatico e Micro si è rivelata una perfetta party girl divertita e disinvolta dal basso dei suoi 13 mesi.
In questi giorni ho avuto modo di fare alcune riflessioni mammesche:
1. i bambini sono binari: passano dal piccolo lord a lord voldemort in pochi secondi. Sono seduti composti e parlano quando è il loro turno e pochi secondi dopo sono in piedi sulla sedia gridando anatemi mortali. E pochi secondi dopo il giro ricomincia. Mini mi bacia con passione e mi dice che sono la sua sposa, dopo 7 secondi mi caccia via in malo modo dicendo che non è più mio amico! BOH! Non c’è via di mezzo, non c’è il grigio e soprattutto non c’è nessun segnale premonitore. Avviene e basta. È come se avessero un pulsante che si divertono a schiacciare in continuazione: acceso-spento-acceso-spento-acceso-spento… Il problema è che la mammamedia è trascinata dagli eventi e dai loro sbalzi passando da Caroline Ingalls a Crudelia de Mon negli stessi secondi. I bambini però fanno il loro dovere di bambini, le mamme invece finiscono allo psichiatrico. Mistero!
2. il fine settimana fuori porta con i bambini è bello perché…finisce in fretta! Da giovane coppia la domenica sera era un incubo, basta avere dei figli per cambiare prospettiva. Da giovani genitori la domenica sera è una benedizione attesa con bramosìa, il lunedì dei genitori sa di ferie, di caffè con i colleghi, di riunione con il cliente…una passeggiata di salute dopo 72 ore di inseguimenti e di confusa deregulation. Una volta il fine settimana serviva per ricaricarsi e dimenticare lo stress del lavoro, oggi è vero il contrario. E c’è chi mi ricorda che la stagione dei compiti peggiora ulteriormente l’impatto del fine settimana aggiungendo nuovi motivi di costrizione. Cioè: io oggi inseguo un nanetto perché si vesta da solo e ci vogliono circa 30 minuti per indossare un jeans e una maglietta e mi dicono che domani inseguirò un preadolescente perché faccia un riassunto e ci vorranno 30 minuti per riassumere un Racconto al Telefono di Rodari! Bene, appena finisco di scrivere mi informo sui collegi in Canada.
3. le donne non riusciranno mai a bilanciare lavoro e famiglia perché la scuola non glielo permette. Anche in questo caso è una questione di punti di vista: da studente i 6 giorni del ponte pasquale erano persino pochi. Da genitore…3 giorni feriali con i bambini a casa sono una condanna professionale, famigliare ed economica. I nonni, quando ci sono, sono costretti al super lavoro. Le tate, quando ci sono, sono costrette al super lavoro e al relativo super stipendio. Le mamme sono costrette a prendere giorni di ferie - dando il fianco alla facile analisi che le donne, una volta mamme, sul lavoro non sono più affidabili come prima! Il dilemma ha mille soluzioni più una: tutte quelle in cui si declina il ruolo della mamma lavoratrice. Peccato che la parola vacanza con figli abbia una declinazione unica: disastro!
Domani ricominciano le scuole (per un'amica ricominciano giovedì e io domani la penserò tanto), domani anche la città tornerà alla vita regolare (perchè Milano quando ci sono le scuole chiuse sonnecchia pigra) e del fine settimana al mare rimarranno solo le foto e la sacca dei panni da lavare!
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