giovedì 24 ottobre 2013

Dal primo bacio al primo figlio...

...sono passati 13 anni. Un tempo decisamente lungo, in cui si consolida la coppia e anche le abitudini.

Ieri i fine settimana si dividevano in tre tipi:

  • sonnacchioso: partenza per il lago direttamente dall’ufficio in tempo per la puntata di CSI, cena e nanna; colazione, spesa, pranzo, nannadivanocopertatv; cena, nannadivanocopertatv; brunch, giornale, nannadivanocopertatv, cena e rientro pigro a Milano in tempo per la nanna (in estate era nannasottoilportico ma la sostanza era la stessa).
  • motoso: partenza senza fretta per una motorata di gruppo con destinazione magnifico ristorante in montagna, in collina, sopra un passo, in cima a un bricco. Mangiata olimpionica, serata in B&B da cartolina, rientro lento la domenica scollinando e godendo di ogni singola curva. Arrivo a Milano senza orario, doccia e spesso cena ritrovo con i motociclisti per un ripasso di panorami e curve.
  • gitoso: prenotazione (anche last minute) di un B&B super romantico ovunque nel raggio di un’ora di viaggio con qualsiasi mezzo; cena in ristoranti romantici o in compagnia di amici raggiunti ad hoc; domenica pigra passeggiando per negozi, bancarelle o paesaggi da ricordare.


Oggi i fine settimana si sono riuniti sotto un’unica bandiera: sfiancare i nanidagiardino, occupare il loro tempo prima che loro occupino il nostro, associarsi con compagni di merende per cercare di ammorbidire le 48 ore non stop in compagnia di assatanati nanetti e contemporaneamente trovare il modo di ritagliare momenti di vita sociale adulta.
Il fine settimana di una volta era il morbido cuscinetto sui cui atterrava la settimana lavorativa. Oggi la settimana lavorativa è il cuscinetto che prepara al fine settimana.

Ieri si cenava fuori con chiunque a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, anche all’ultimo momento, ovunque, festeggiando qualsiasi occasione - anche inventata. Finito il lavoro, era sempre festa.
Oggi uscire a cena richiede pianificazione, organizzazione, preparazione, anticipazione, agenda nostra, degli amici, dei nonni, della tata e…dei nanidagiardino (che sono già più sociali di noi).
Ieri uscivamo a cena stasera. Oggi usciremo a cena giovedì 18 aprile 2015 dalle 20 alle 23.

Ieri la cena a casa in modo estemporaneo: tornavamo a casa e decidevamo cosa mangiare, quando, come, dove e soprattutto con chi. La cena si declinava in mille modi: svaccosa sul divano, latte e biscotti, pizza, panozzo americano, elegante, in compagnia, a lume di candela, leggera, complicata, da scaldare, da cucinare, da condividere, da scroccare, tarda, tardissima, prestissima.
Oggi la cena a casa è preorganizzata, precompilata, precotta (spesso). I nani mangiano per primi, alle 7, per avere tempo per giocare insieme quando arriviamo. Solo dopo aver sistemato loro, la lavatrice, le attività per il giorno dopo ci dedichiamo alla nostra cena che di solito è raccattata dal frigo e concentratissima perché il divano canta come una sirena e dopo una certa ora cediamo alle sue lusinghe.

Ieri la casa era accogliente, spaziosa e ordinata. Ogni oggetto aveva la sua ragione di essere proprio lì e proprio in quel momento. Ogni mobile assolveva al suo ruolo e solo a quello, non c’erano i bizzarri mix and match di oggi quando nella libreria del soggiorno c’è il puzzle di cars e 8 barbapapà.
Oggi la casa è accogliente, affollata e caotica. Sembra un hub Lost&Found di uno scalo internazionale. Gli oggetti spariscono e riappaiono in luoghi non prevedibili quando oramai se ne erano perse le speranze. Non c’è un angolo della casa che non sia stato conquistato dai nani e dalle loro pertinenze. Navighiamo in un mare di giochi, un oceano di giochi, un reparto di un centro commerciale. Certo che insegniamo ai bambini a riporre tutto in apposite scatole con il risultato che navighiamo in un container pieno di scatole di ogni forma e dimensione.
La vita di ieri mi manca, se dicessi il contrario mentirei. Sono stati anni meravigliosi, piedi di emozioni, di esperienze, di avventure belle e brutte. Rientrare la sera in una casa vuota, buia, ordinata, silenziosa, sempre uguale a se stessa, a come l’avevamo lasciata al mattino è tra le brutte.
Passare una domenica di pioggia sul divano a sonnecchiare con la tv in sottofondo mi manca. E’ la verità, è per questo che sono una mammamedia e non una super mamma. Ho 40 anni (+) e spesso le energie per stare dietro a quelle due pile atomiche mi mancano.

Però - c’è sempre un però - guardare un cartone con i nani sul divano sotto una coperta…è decisamente meglio che farlo solo in due!

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