venerdì 14 febbraio 2014

L'insostenibile pesantezza del ma...

Tutti meritano un rinforzo positivo: aiuta la performance, solleva l’autostima, facilita i rapporti, semplifica i processi…bla bla bla. Tutta teoria.

Gli unici - le uniche - impegnate a distribuire rinforzi positivi sono le mamme, soprattutto le mammemedie 2.0, e più che soprattutto quelle over 40, ripiene di sensi di colpa, di vecchiaia incipiente, di stanchezza incoercibile, onnivore lettrici dei consigli di tate, allenatori, coach (che sembra la stessa cosa ma oggi non lo è più), nonne e maestre. E invece nella comunicazione tra adulti non è così. Il rinforzo è sempre e solo negativo ed è una moda imperante e fastidiosa, una sorta di riscatto di chi passa la giornata a dire ai figli quanto sono bravi e che poi si sfoga con i suoi pari, in un florilegio di ma, di però, di omissis.

Che barba, che noia!

Il marito.
Da quando smette di essere fidanzato inizia la lunga discesa verso la critica perfetta: “il riso è buono, però è un po’ salato e forse troppo cotto” - “questo taglio ti sta bene ma il colore ti invecchia però” (il rafforzativo ma-però, corretto in rosso a scuola, piace un sacco, rinforza il rinforzo negativo, aumenta il piacere della critica).

Il capo.
La lista degli omissis sul lavoro è infinita, per lo più si consegnano lavori di cui si perdono le tracce, tranne e solo tranne per averne il conto delle tragedie, spesso di grande sostanza: “però hai scritto gennaio con una n sola”.

La maestra.
La scuola è l’apoteosi del ma e del però: “suo figlio è bravo, però..” - “ha potenziale, ma” - “si è inserito bene, però…”

Le amiche.
Tra pari si rasenta la comicità. Ci si prende la propria dose di giustizia per tutti i riscontri mancati: “Com’era il ristorante?” Boh. “E’ piaciuta la ricetta che ti ho passato?” Boh. La vertigine si tocca quando il malcapitato consigliere chiede conto e ragione del consiglio (mai, mai per nessun motivo al mondo bisogna chiedere il riscontro che non è arrivato spontaneamente). La consigliata non aspetta altro per sfoderare la lista - gentile per carità - delle manchevolezze: “il ristorante era buono ma il cameriere ci ha servito dopo 22 minuti…” (22 minuti è un ma? Nemmeno il tempo per leggere il menù!) - “la ricetta era buona ma lo scalogno non c’entra…ho messo la rapa verde siberiana che ci sta mooolto meglio” (era una ricetta di Masterchef!).

Le altre mamme.
Il dialogo diabolico è l'ultimate resolution del potere della mamma 2.0: “la pediatra? ma ti dirò (superlativo assoluto del rinforzo negativo) ho dovuto chiamare 5 volte e quando è venuta non ha detto una parola, mi ha chiesto 200 euro e ha dato solo delle vitamine. Per fortuna avevo il numero di quella di X che invece è stata gentilissima” - “ho chiamato la pasticceria che mi hai consigliato, la torta era buona ma ho dovuto fargli io il disegno perchè non capiva niente. Per fortuna mi ha aiutato Y, se no li mandavo a stendere”

Per parafrasare un vecchio film: “sono troppo vecchia per queste sciocchezze”.

Abbasso i ma e i però.
Abbasso la competizione per il gusto di competere, i consigli, le recensioni, le opinioni, i compiti, i voti, le review, le pagelle.

Viva la gentilezza, la buona educazione, l’allegria e perché no anche un sano, leggero, rassicurante e sintetico GRAZIE.

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