venerdì 11 aprile 2014

6 settimane di silenzio...per stare con "LUI"

Finito! Missione compiuta! Obbiettivo raggiunto!

Non ci credevo, più volte ho pensato di lasciar perdere, di rinunciare, di alzare bandiera bianca. Non l’ho fatto, non ho mollato e sono arrivata alla fine. E adesso lo posso dire: è bellissimo.

Ha occupato sere, notti – non tutte e non consecutive, per questo ci è voluto più tempo del previsto - ha occupato la mia mente, l’ha invasa per svuotarla, per liberarla. Ha alleggerito pensieri e preoccupazioni. Ha portato serenità, ordine e silenzio. Lui è stato il mio compagno in queste settimane, l’unico capace di placare un momento un po’ intenso.

Solo lui e nessun altro è riuscito a mettere ordine nell’entropia, nel caos dei miei pensieri. Lui che E’ caos che diventa ordine. E adesso io e lui siamo arrivati alla fine del nostro viaggio insieme. Domani ci lasceremo per incontrarci in un altro momento della vita. Lui, un puzzle da 4000 pezzi!

L’avevo chiesto a Babbo Natale e lui ha esaudito il mio desiderio. Mi piace fare i puzzle. Da ragazzina li facevo con loziobarbuto dal giorno di Santo Stefano per tutte le vacanze di Natale, sul tavolino davanti alla tv…sempre più grandi, sempre più complicati. Adesso volevo provarlo più grande ancora, più complicato, travolgente. E’ arrivato.

E’ stata dura. Più del previsto ma sono arrivata in fondo. E’ stato un viaggio zen. Un modo per uscire dal caos e cercare…e trovare…l’ordine di cui avevo bisogno. Ognuno di quei pezzettini ha il suo posto, non uno a caso. Uno suo, specifico, unico, univoco, indiscutibile. Ogni pezzo risponde a una regola, tutti insieme compongono un’immagine. Ogni pezzo è una parte del tutto. Da solo non ha senso, insieme agli altri ne ha moltissimo.

Guardarli, dividerli, sceglierli, cercarli, studiarli. Dare logica al caos, dare priorità, creare un processo, aiutare i pezzettini a ritrovare il loro posto. Con calma, senza fretta. Guardare un pezzettino, leggerlo, capirlo, accompagnarlo al posto giusto, il suo. In silenzio, da sola.

In queste settimane ci sono stati anche risvolti negativi: il tavolo della sala da pranzo okkupato da lui e da me con evidente limitazione alla vita sociale solitamente gaudente e luculliana di casa Maxi; il filo di terrore che ho dovuto alzare attorno al tavolo perché - soprattutto all’inizio - il puzzle è fragile: quella montagna di pezzettini è in pericolo costante; il sonno perduto perché appena il resto della casa spegneva le sue voci, io correvo da lui che mi accoglieva quieto e disponibile; il diario abbandonato solo e vuoto perchè la sera avevo occhi solo per lui. Il richiamo è stato sempre irresistibile. Il silenzio e la concentrazione su un lavoro manuale mi accompagnavano a uno stato di rilassamento e benessere tali che interrompere è sempre stato un sforzo. Soprattutto perché non sapevo mai quando avrei ritrovato lo stesso tempo, lo stesso spazio. Abbiamo passato insieme molte ore e adesso che è finita mi mancherà.

No, non lo incornicio, non lo appendo. Lo smonto. Non lo metto in mostra. E’ mio, è la mia fatica, il mio orgoglio, la mia spa privata. Lo rimetto nella scatola, vicino agli altri. Ne ho almeno 5 – 2000, 3000 pezzi – che riapro ogni anno. Apro la scatola e inizia l’avventura. Nessuna sfidante come questa. Tranne quello da 32.000 pezzi per cui mi sto attrezzando.

Quest’anno ho aspettato la sera perfetta e quando l’ho trovata ho dato inizio alla mia “second life”. Adesso mi sento un po’ più sola ma molto felice per aver vinto la mia sfida e per essere tornata da Veronilla che, come sempre quando l'abbandono, mi è mancata tantissimo.



PS tra i commenti a un blog che leggo con passione, ho trovato questo. Riconosco ogni singola parola. Lo condivido con voi perché racconta perfettamente tutto quello che succede quando si apre la scatola di un mega puzzle: #41 - laperfezionestanca
I puzzle fanno parte di un gruppo di attività come il lavoro a maglia, cucinare e fare giochini scemi e ripetitivi: [...[ ZEN.
Queste attività vengono accomunate dal fatto che impegnano le mani e una delle sfoglie di cipolla del cervello. Il resto in sottofondo lavora per risolvere altri problemi, quelli importanti, ma senza che tu te ne accorga. Solo va fatto nel modo giusto. Posso illustrare? Attenzione, devi leggere lentamente, un respiro per ogni punto.
Bene. Hai un tavolo. I pezzi. Guardali. Senza pensare. Niente e nessun pensiero. Silenzio. Guarda i pezzi.
Ora fatti un’idea dei gruppi di colori in cui i pezzi possono essere divisi. Prendi delle ciotole e dividi i pezzi per colore. Sempre senza pensare. Guarda i pezzi. Conoscili.
Indipendentemente dai colori raccogli a parte i pezzi dei bordi. Guarda i pezzi. Nessun pensiero. Guarda la scatola con la figura. Niente stress. Niente tempo. Guarda i pezzi del bordo. Guarda la figura.
All’improvviso vedrai che un pezzo va in un punto e le mani lo mettono a posto. Guarda i pezzi. Guarda gli incastri. Guarda la figura.
Quando avrai composto i bordi cerca un colore che puoi comporre, una parte significativa. E riparti dal punto. Non porti obiettivi. L’attività ha come solo fine l’attività stessa.
Attività ZEN, bellissima, produttiva, rilassante. La parte migliore è il processo. Finire è poco importante. Il premio è l’attività.
Amo i puzzle, amo cucinare, amo tutte le attività zen. Alla fine non sei più stressato, sei nuovo e pieno di energia in più e hai il sorriso sulle labbra. Come me ora solo a pensarci. […]

Nessun commento:

Posta un commento