mercoledì 16 aprile 2014

Ho incontrato due persone che lavorano sorridendo...

Questo post è un po’ strano, un po’ filosofico, un po’ buonista, un po’ celebrativo.

E’ una storia di buona educazione e rispetto. Al giorno d’oggi (mooolto zia) il lavoro è diventato “freddo”: mail, whatsapp, messaggi sempre più sintetici, poche telefonate, pochi contatti “caldi”, anche nei negozi (quando non sono virtuali) diventa sempre più difficile trovare calore. Al giorno d’oggi (sempre più zia!) i tanti strumenti cosiddetti social danno a tanti il potere un po’ anti-social di brontolare e protestare!

Io ho deciso di usare il mio spazio per premiare. Perché no?

Io che rientro nella categoria dei lavoratori “comodi”: scrivania, computer, telefono, poltrona, nessun contatto diretto con il pubblico, ho conosciuto 2 persone che fanno un lavoro anni luce lontano dal mio. 

Lavorano in un posto scomodo, esposto alle intemperie, in una baracca prefabbricata, a contatto con il pubblico (e non esattamente quello che entra da Gucci), con un tutone catarifrangente…insomma, un lavoro “brutto”, che loro fanno con un sorriso e con una capacità di accoglienza che fa riflettere. Soprattutto quelli come me che passano di lì e poi tornano al caldo della scrivania.

Li conosco da 5 anni e non so come si chiamano ma quando nel loro “ufficio” li trovo sempre: il 27 dicembre alle 5, il 2 agosto alle 11, la domenica pomeriggio….sempre sorridenti e accoglienti.

Io che parlo quella strana lingua che non è italiano e non è inglese, quella che parliamo oggi…noi gente di “business”, userei un sacco di paroloni per dire che hanno attitudini di problem solver, uno spiccato orientamento al cliente esterno; capacità comunicativa, attitudini relazionali e di ascolto, per dire che sono due persone concrete, corrette, solide e rispettose del loro lavoro e del loro “cliente”. Doti oggi decisamente rare anche in boutique blasonate.

Chi sono?

Due addetti all'accoglienza della ricicleria AMSA di Muggiano a Milano.

Sorpresa, vero? Da quando per motivi vari abbiamo chiuso case di famiglia, svuotato armadi, censito ricordi, scelto quali pezzi di vita meritavano di restare e quali di passare all'archivio "grande”, io e lanonnamenomalechec’è, con la nostra anima ecologica (che io ho ereditato da lei) e una faticosa tendenza animista e accumulatrice, periodicamente troviamo il coraggio di eliminare definitivamente qualcosa. Attività per altro catartica perché lanciare un piatto laddove si è autorizzati a farlo...non ha prezzo!

E così partiamo con il baule carico di una miscellanea di materiali e di oggetti. Andiamo fino a Muggiano perché ci sono loro due: un omone grande e grosso con un sorriso gentile e una signora riccissima e premurosa. Verificano, aiutano, spiegano, rispondono a ogni domanda.

Una volta ci sono andata con Mini, volevo che capisse il valore del riciclo. Abbiamo trovato “la signora riccia” che gli ha spiegato cosa sarebbe successo del cartone che aveva appena lanciato. Con pazienza e con un sorriso. Sorriso dedicato a chiunque entri da quel cancello, a ogni ora del giorno, ogni giorno dell’anno.

Pensavo fosse un caso e invece è sempre così. Nel mio lavoro si parlerebbe di endorsment, di attività motivazionale. Sì, ho scritto all’AMSA ma ho deciso che non basta e ho voluto raccontare questa storia di eccezionale rispetto per il lavoro di due persone eccezionali.

Non ho mai chiesto il loro nome, non ci ho mai pensato. Ci parliamo con educato e caldo distacco che purtroppo sta passando di moda. In un’epoca così sbragata, scomposta, maleducata, arrivista in cui tutti devono fare l’AD di Ferrari altrimenti non è “dignitoso”, due persone che lavorano con questa disposizione di animo in condizioni così particolari, meritano un riconoscimento e tanto tanto tanto rispetto.

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