lunedì 5 maggio 2014

A volte basta poco

Ho passato gli ultimi 3 anni a brontolare per la mancanza di privacy, di ordine, di silenzio, di libertà.

Ho passato 8 anni nella faticosa attesa di un bimbo e intanto che aspettavo mi sono goduta marito, amici, tempo, casa; intanto che aspettavo ho anche pensato che quello sarebbe stato il nostro assetto definitivo e mi ci stavo abituando. Tanto ho sofferto la solitudine prima, tanto ho spesso sofferto la folla dopo.

Oggi la somma di Mini e Micro è un’allegra associazione a delinquere di casinisti che ha di fatto incasinato le nostre vite anziane e abitudinarie. Lui è stato un trauma dolce, si è inserito nella nostra vita pigro e tranquillo, accomodandosi come tra morbidi cuscini; lei si è infilata nel nostro terzetto con prepotenza, allegria e confusione, è un terremoto, uno tsunami nei modi di fare e pensare, nel carattere e nell'energia… E’ destabilizzante. Siamo ormai 4 persone che convivono sotto lo stesso tetto ma le loro pertinenze sono enormi, le loro necessità infinite e ci stanno letteralmente schiacciando, mettendo all’angolo, riducendo il nostro spazio a favore del “loro”.

Allo spazio okkupato si è aggiunto il tempo: non ce n’è più, c’è solo il loro. C’è la loro agenda su cui si scrive la nostra. I loro impegni segnati con la biro e i nostri in matita. E dopo lo spazio e il tempo, anche la logistica è saltata: la più banale delle scampagnate richiede una pianificazione strategica militare, da motociclisti essenziali siamo diventati sherpa in pianura.

Fatta questa lunga premessa ne aggiungo una più piccola: Mini e Micro sono rimasti al mare per tutti questi ponti grazie al sapiente gioco del 15 di genitori, nonni e tata: arrivo-io-parti-tu poi arriva-lei-partiamo-noi poi torniamo-noi-partite-voi! In questo andirivieni di gente dalla minuscola casa del mare io e Maxi ci siamo ritrovati a Milano da soli per 3 giorni e 3 notti. LIBERTA'. In una casa che era stata lavata, pulita, stirata e riordinata da manilagraziealcielo in tre giorni di lavoro silenzioso e solitario.

Per prima cosa abbiamo affollato il carnet di ballo di ogni possibilità che sancisse e celebrasse la libertà, eravamo elettrizzati all’idea della prima volta da soli (e con centinaia di km di distanza tra noi e i nanidagiardino) dopo tanto tempo. Abbiamo aperto la porta come due sposini e….silenzio, buio, vuoto, ordine…noia!

Sono rientrata dal lavoro senza fretta, come facevo una volta, ho aperto la porta e….non c’era nessuno ad accogliermi, la casa era esattamente come l’avevo lasciata al mattino, c’era silenzio e ordine. Proprio il silenzio e l’ordine che desideravo tanto ritrovare. Che noia. Ho caricato la lavatrice, sistemato le bollette, ho guardato il telegiornale...senza gridare a mocciosi appiccicosi, senza dividere nani litiganti. Bello sì, piacevole sì, rilassante sì. Noioso.

Siamo rientrati dalla nostra serata a un orario da…giovani. Abbiamo aperto la porta, abbiamo acceso tutte le luci – come non si può più fare quando si torna tardi, passeggiando avanti e indietro tra la camera e il bagno senza precauzioni di luci e rumori. Rilassante. Vuoto.

Ci siamo scoperti a sospirare tutti e due... Ma come? Finalmente soli e adesso ci mancano? Sì, incredibile!
Abbiamo realizzato che il cahiers de doléances alla fine non era così lungo, bastava davvero poco... 

Dopo questi tre giorni depurativi e sicuramente necessari, abbiamo capito che la vita è proprio cambiata.
Noi continueremo a brontolare per il disordine, il caos, la folla, l’anarchia, il rumore, la mancanza di privacy e di libertà. Loro continueranno sempre di più a okkupare il nostro spazio e il nostro tempo e a incasinare la logistica. Continueremo ad aspettare con ansia quei pochi giorni dell’anno in cui saremo soli e ogni volta realizzeremo che basta davvero poco, basta una sola sera in cui si torna a casa e non c’è nessuno e tutto è in ordine per scoprire che…è davvero molto noioso.

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