giovedì 15 maggio 2014

Odissea nello spazio. Ovvero del Caos e della "purga"

Maxi ed io condividiamo un comune sentimento verso gli oggetti: l’animismo. Siamo entrambi convinti che ogni oggetto abbia un percorso, un senso di esistere e facciamo entrambi fatica a separarci da qualsiasi cosa conservi per noi un ricordo. Entrambi. Sempre…o quasi.

Io in realtà passo da legami indissolubili e accumulo compulsivo a momenti di purificazione zen. Periodicamente e senza preavviso mi assale un raptus di staliniana memoria, sento il tintinnio di una campanella: scope e scopine prendono vita, si animano i sacchetti, si aprono i cassetti e…..WWWRROOOOMMM via tutto, piazza pulita!

E così Maxi ha da sempre paura di me: senza preavviso si ritrova circondato dal vuoto cosmico! Ha imparato a nascondere, a inventare spazi a me sconosciuti, a depistare perché la furia della purga non raggiunga e non tocchi oggetti che per lui hanno ancora “vita”.

Purtroppo...da quando insieme a noi anziani abitanti della casa, vivono i nanidagiardino la situazione è precipitata e la mia “purga” periodica non basta più.

Il DNA non mente: Mini è uguale a noi, animista fino al midollo. Conserva e ricorda la genesi di ogni oggetto e sua singola parte. Archivia e controlla periodicamente la presenza di tutte le sue pertinenze, fa l’appello di mostri, macchine e giocattoli…anche delle sorprese degli ovetti di cioccolato. Micro invece accumula e raccatta bambole, peluche e pupazzetti in ogni cantone pubblico o privato e li mette tutti nel letto. Ogni sera procede a un severissimo contrappello a cui devono rispondere tutti…pena strilli, strepiti e indagini da RIS allo scopo di ritrovare la “bambola bella”! Ha per altro la divertente abitudine di riordinare a modo suo: apre un'anta o un cassetto a caso e ci infila quello ha in mano, a sua discrezione: le calze in cucina, il biberon in bagno, i pupazzi tra i miei pigiami.

La vita 2.0 è la fine dell’ordine! E’ anarchia. Guerra, quotidiana e non periodica. Entropia senza ritorno. Caos.

Chi mi legge più spesso sa che il mio cruccio è di abitare in un magazzino. Da qualche tempo poi siamo anche passati di livello: ere preistoriche fa eravamo casa, poi siamo diventati un magazzino lost&found, ora un buco nero! Prima abbiamo perso il “found”, era rimasto solo il “lost”, poi la casa ha sviluppato un potere magnetico: risucchia gli oggetti e non li restituisce più. A breve busseranno alla porta gli organizzatori professionali che seguono le famiglie affette da accumulo compulsivo….finiremo in televisione nei docu-fiction del momento…che ripensandoci potrebbe essere l’inizio di una nuova visibilità mediatica.

I raptus zen che un tempo mi assalivano improvvisi e inaspettati ogni tanto, adesso esplodono come le miccette a capodanno: frequenti, fastidiose, inaspettate. Nel tempo ho affinato subdole doti da stratega: infilo in tasca, senza farmi vedere, oggetti e brandelli di oggetti che autoritariamente e unilateralmente archivio nell’archivio grande, quello definitivo. Se la vittima della mia purga chiede notizie della ruota della macchinina che si era staccata a Natale scorso, del pennarello rinsecchito che mi ha regalato la nonna, della scarpa della bambola che aveva trovato ai giardinetti, del fanale del camioncino che da due anni voleva riattaccare con la colla (e ovviamente se lo ricorda solo oggi)….il mio consiglio per tutti è “cerca bene, sarà nello scatolone sotto il letto” oppure il capolavoro: “dopo lo cerchiamo amore…adesso vuoi vedere i cartoni?”

E’ diabolico, crudele e menzognero lo so, ma non l’ho inventato io: è l'applicazione geniale delle tecniche di distrazione di massa...della mia piccola massa. Ai limiti del genio.

Il problema rimane mio: il lavoro di “mamma” che ho sempre pensato alto e profondo, in questo momento è più simile a quello del pesce pulitore. Ingrato e inversamente proporzionale al suo risultato. Più elimino, più oggetti si ammassano, più si creano spazi più gli oggetti si allargano, più zippo le “cose” più servono spazi in cui archiviarli. Compro sacchi sotto vuoto di ogni dimensione, scatole di ogni misura, faccio scambi e beneficenza, porto in discarica, archivio, infilo, zippo…e poco dopo…..PPPUUUFFFFF è tutto come prima.

E’ Il giorno della marmotta, La storia infinita, un errore di Matrix…aiuto!


E con questa citazione cinematografica confermo la mia volontà di voler andare a vivere sul set di un film dove tutto è finto, ordinato, imbiancato e soprattutto non è di mia competenza….

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