Maxi ed io condividiamo un comune sentimento verso gli
oggetti: l’animismo. Siamo entrambi convinti che ogni oggetto abbia un percorso, un senso di esistere e facciamo entrambi fatica a separarci da
qualsiasi cosa conservi per noi un ricordo. Entrambi. Sempre…o quasi.
Io in realtà passo da legami indissolubili e
accumulo compulsivo a momenti di purificazione zen. Periodicamente e senza
preavviso mi assale un raptus di staliniana memoria, sento il
tintinnio di una campanella: scope e scopine prendono vita, si animano i
sacchetti, si aprono i cassetti e…..WWWRROOOOMMM via tutto, piazza pulita!
E così Maxi ha da sempre paura di me: senza preavviso si ritrova circondato dal vuoto cosmico! Ha imparato a
nascondere, a inventare spazi a me sconosciuti, a depistare perché
la furia della purga non raggiunga e non tocchi oggetti che per lui hanno
ancora “vita”.
Purtroppo...da quando insieme a noi anziani abitanti della casa, vivono
i nanidagiardino la situazione è precipitata e la mia “purga” periodica non
basta più.
Il DNA non mente: Mini è uguale a noi, animista fino al
midollo. Conserva e ricorda la genesi di ogni oggetto e sua singola parte.
Archivia e controlla periodicamente la presenza di tutte le sue pertinenze, fa
l’appello di mostri, macchine e giocattoli…anche delle sorprese degli ovetti di
cioccolato. Micro invece accumula e raccatta bambole, peluche e
pupazzetti in ogni cantone pubblico o privato e li mette tutti nel letto.
Ogni sera procede a un severissimo contrappello a cui devono rispondere tutti…pena
strilli, strepiti e indagini da RIS allo scopo di ritrovare la “bambola bella”! Ha per altro la divertente abitudine di riordinare a modo suo: apre un'anta o un cassetto a caso e ci infila quello ha in mano, a sua discrezione: le
calze in cucina, il biberon in bagno, i pupazzi tra i miei pigiami.
La vita 2.0 è la fine dell’ordine! E’ anarchia. Guerra, quotidiana e non periodica. Entropia senza ritorno. Caos.
Chi mi legge più spesso sa che il mio cruccio è di
abitare in un magazzino. Da qualche tempo poi siamo anche passati di livello: ere preistoriche fa eravamo casa, poi siamo diventati un magazzino lost&found, ora un buco nero! Prima abbiamo perso il “found”, era rimasto solo il “lost”, poi la casa ha sviluppato un potere magnetico:
risucchia gli oggetti e non li restituisce più. A breve busseranno alla porta gli organizzatori professionali
che seguono le famiglie affette da accumulo compulsivo….finiremo in televisione
nei docu-fiction del momento…che ripensandoci potrebbe essere l’inizio di una
nuova visibilità mediatica.
I raptus zen che un tempo mi assalivano improvvisi e inaspettati
ogni tanto, adesso esplodono come le miccette a capodanno: frequenti, fastidiose, inaspettate. Nel tempo ho affinato subdole doti da stratega: infilo in tasca, senza farmi
vedere, oggetti e brandelli di oggetti che autoritariamente e unilateralmente
archivio nell’archivio grande, quello definitivo. Se la vittima della mia purga chiede notizie della ruota della macchinina che si era staccata a Natale scorso, del pennarello rinsecchito che mi ha regalato la nonna, della scarpa della bambola
che aveva trovato ai giardinetti, del fanale del camioncino che da due anni voleva riattaccare con la colla (e ovviamente se lo ricorda solo oggi)….il mio consiglio per tutti è “cerca bene, sarà
nello scatolone sotto il letto” oppure il capolavoro: “dopo lo cerchiamo
amore…adesso vuoi vedere i cartoni?”
E’ diabolico, crudele e menzognero lo so, ma non l’ho
inventato io: è l'applicazione geniale delle tecniche di distrazione di massa...della mia piccola massa. Ai limiti del genio.
Il problema rimane mio: il lavoro di “mamma” che ho
sempre pensato alto e profondo, in questo momento è più simile a quello del
pesce pulitore. Ingrato e inversamente proporzionale al suo
risultato. Più elimino, più oggetti si ammassano, più si creano spazi più gli
oggetti si allargano, più zippo le “cose” più servono spazi in cui archiviarli. Compro sacchi sotto vuoto di ogni dimensione, scatole di
ogni misura, faccio scambi e beneficenza, porto in discarica, archivio,
infilo, zippo…e poco dopo…..PPPUUUFFFFF è tutto come prima.
E’ Il giorno della
marmotta, La storia infinita, un errore di Matrix…aiuto!
E con questa citazione cinematografica confermo la mia
volontà di voler andare a vivere sul set di un film dove tutto è finto,
ordinato, imbiancato e soprattutto non è di mia competenza….
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