lunedì 23 giugno 2014

Nonne scribacchine e mamme impiccione

Una cara amica della nonnamenomalechec'è - un'anziana signora triestina con un'energia degna della bora che sventola dalle sue parti - ha la simpatica abitudine di scrivere missive a Mini in nome e per conto di sua nipote (nella straordinaria convinzione che i due si sposeranno e le loro famiglie si uniranno finalmente, dopo 50 anni di amicizia e una gioventù di marachelle). L'ultima volta ho preso anche io carta e penna e le ho risposto. Ho ritrovato ieri gli appunti della missiva e ho deciso di rendere pubblico il folle carteggio:



Mio adorato Mini,
non mi sono dimenticata...come potrei..solo che mi arrivo sempre all'ultimo momento (atteggiamento ereditato dalla mia nonnina!) E’ l'unico difetto che ho, dovrai abituarti! Ma te ne prego, perdonami!
Sei ancora nel vortice della tua festa di compleanno? Senza di me...
Ti mando una foto della mia festa di compleanno...come puoi vedere dal mio sguardo triste ti sto disperatamente cercando...ma tu non ci sei...oddio sta scoccando mezzanotte e rischio di essere fuori tempo!
Ti auguro il più tenero buon compleanno, e..buonanotte
Tua per sempre MaVi

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Adorata mia,
anche tu penserai che io mi sia dimenticato di te…e invece no! Ci ho messo 8 anni per venire al mondo proprio per questo: avevo sempre altro da fare e anche oggi che sono qui…ho sempre altro da fare che non sia quello che SI DEVE fare. In questo caso, trovare il tempo da dedicare a te.

La mia mamma mi ama lo stesso ma passa le giornate a inseguirmi per dirmi che devo fare questo e quello ma io adoro procrastinare qualsiasi cosa.
In realtà – luce dei miei occhi – la mia mamma brontola e protesta ma non è che lei sia un campione di puntualità. Ci avrà messo giorni per dirmi della tua e quindi…non si può poi lamentare del mio ritardo…io le somiglio più di quanto lei non voglia ammettere con se stessa. In fondo la mela non cade lontana dall’albero…su dai ammettiamolo!

Il mio compleanno l’ho passato facendo i complimenti alla mamma per le magnifiche torte che mi ha fatto fare. E’ diventata fanatica, non ti dico…se avesse speso quei soldi per farmi altri regali, lo avrei preferito…invece: “grazie mamma per le bellissime torte”…”wow che belle torte”. Una stufita unica!!
Per fortuna mi hanno regalato il tempio dei gormiti e una bicicletta nuova…

Ho tanta voglia di vederti, chissà se i miei riescono a organizzare ancora una trasferta come l’altra volta. Sarebbe bello. Qui abbiamo passato svariate avventure, credo che alla mia nonna farebbe bene rivedere la tua (certo però le due vecchie potrebbero anche chiamarsi con skype…sono proprio antiche!!!)

Tua nonna legge sempre quella cosa che scrive la mia mamma? Il blog, come si chiama lui…. La mamma ne parla sempre. Non sto a dirti che imbarazzo, per fortuna non so leggere perché mi raccontano che scrive tutti i fatti miei….mi hanno detto che racconta tutte racconta tutte le cose che dico…che vergognaaaa!

Ti mando una mia foto recente…aaahhh e anche una di mia sorella. E’ una rompiscatole ma ormai mi ci sono affezionato…
Per il momento è tutto.
Ti copro di baci (mia mamma dice che sono un pomicione, perché mi piacciono i baci) e spero davvero di vederti presto, quando tutte queste donne anziane che governano le nostre vite si decideranno a farci incontrare
A prestissimo mia adorata
Tuo
Mini

PS: sì, ho perso i denti e ho messo gli occhiali….ma ti giuro che c’è ancora del fascino in me….spero!

giovedì 19 giugno 2014

Post in ritardo. Di risarcimenti o di danni

Quando Maxi è fuori combattimento è un problema. Quando è operativo è inutile ma quando è fuori combattimento mi rendo conto che…anche lui serve a qualcosa. I nanidagiardino di CasaMaxi richiedono una strettissima marcatura a uomo, meglio se raddoppiata 2 a 1; la difesa a zona, con loro,  non è sufficiente, occorre un pressing offensivo costante. Per questo essere in minoranza è una partita persa, è il via libera all'inquinamento fisico e acustico.

La settimana scorsa Maxi è stato molto, ma molto ma molto fuori combattimento. Sembrava un nonnulla e invece…una tragedia! Lui colpito e affondato e io nel mezzo del campionato del mondo di capricci. Dopo 4 giorni di reclusione, agonia ed eccessiva vicinanza ai bambini, Maxi era più stremato che guarito. Sabato pomeriggio ha detto STOP, ha espresso la prima opinione lucida della settimana ringhiando: “SCAPPIAMO” e si è rialzato come la fenice dalle sue ceneri.


Ha deciso di vendicare il tempo perduto, la sua salute minata. Ha chiamato un fido compagno con cui ha concertato un piano di fuga, ha legato i nanidagiardino alla porta di casa dei nonni (e dopo aver suonato il campanello è scappato correndo…prima che adducessero impegni inesistenti) e, come il cavaliere che libera la dama dal drago sputafuoco, ha trascinato la sua ex-bellissima ex-principessa per un braccio, ha acceso il potente bolide e ha sgommato per uscire dal cancello come fosse la partenza di Montecarlo. Nel frattempo il fido compagno ha sottratto i suoi minori dalla custodia della mamma, li ha abbandonati sul pianerottolo dei nonni (con relativo fugone per non essere fermato dagli anziani) ha recuperato la sua ancora bellissima ex-principessa e ha atteso davanti al portone.


Maxi ha inchiodato, il fido compagno ha siringato la sua bella nel posto passeggero e ha cercato di entrare in macchina come Bo e Luke sul Generale Lee. Quando il panzone da cumenda quarantenne si è incastrato nel finestrino…ha aperto la portiera e si è seduto dignitosamente come si conviene nella vita 2.0.

E WWWRRROOOOMMMMM

E’ iniziata così la fuga dei Bernici. Inaspettata, imprevista, estemporanea…d’altri tempi. Maxi aveva bisogno di aria e di vita e il suo socio non se l’è fatto ripetere: “il mio amico ha bisogno di cambiare aria” ha detto alla moglie. L'amico si vede al momento del bisogno, e se il "bisogno" è una fuga romantica senza nanidagiardino…secondo voi un amico maschio medio 2.0 cosa risponde?

Il tempo è stato nemico ma la fuga è stata molto amica. Molto. Molto. Molto. Maxi ha passeggiato sul lungomare pianificando con il suo socio il salvataggio dell’intero sistema paese. Lui ha fatto il primo bagno del 2014: tramonto, pioggerella e mutande…cosa vuoi di più dalla vita? Io e lei abbiamo giocato con vestiti e scarpe, senza controllare che ai manichini fosse staccata una mano, senza staccare nessuno incollato alla vetrina (da cui bisogna allontanarsi in fretta perché i bambini adorano lasciare impronte di gelatoterrapennarellosugo). Abbiamo cenato vestiti con l’abito della domenica che nessuno ha macchiato o schizzato. Abbiamo mangiato chiacchierando con le voci basse, parlando tra di noi e finendo ogni frase in italiano e non in Codice Morse (linguaggio tipico della vita 2.0). Abbiamo guardato la partita sul lettone, come 4 studenti in gita scolastica, dormito senza accompagnare nessuno a fare la pipì e fatto colazione in silenzio leggendo il giornale.

A metà mattina io e lei abbiamo cominciato a raccontarci aneddoti di “l’altro giorno la piccola mi ha detto…” Il segnale che la ratio della fuga giungeva al termine.

In verità abbiamo avuto difficoltà a parlare con i nonni e l’immagine di loro chiusi fuori dalla porta mentre i piccoli trangugiavano birra guardando le partite….si stava facendo largo nelle nostre menti fresche e ossigenate e…siamo ripartiti! Tra l’altro è opportuno che i nonni non raggiungano MAI la quota di sopportazione per non pregiudicare ulteriori richieste.

E’ stato breve, intenso, piovoso, costoso e….necessario per ripristinare ruoli, affetti e dignità. E se deve essere fuga…che sia ma con i Bernici…non c’è peso che una risata e un brindisi non possano alleggerire.

Nota a piè di pagina: l’ossigeno che si recupera in una fuga di 24 ore è la quantità necessaria per avere voglia di rivedere i bambini, entrare in casa pieni d’amore, riconoscersi nei loro occhi e…ricominciare a urlare. Ma con una voce cristallina e nuova che 24 ore prima non c’era più!

lunedì 9 giugno 2014

Mamma o MAAAMMMAAAAA?

I bambini – autoreferenziati per definizione – hanno un particolare talento (che per chi ne è oggetto è una particolare sventura): una gestione del tempo assolutamente impermeabile a ciò che succede attorno a loro! Questo crea impasse complicate e incanta la conversazione, come in un disco rotto, a una lunga lista di "no" inevitabili, domande ripetute in loop senza fine fino a un crescendo di strilli, litigate, pianti e…castighi.
Perché al momento dell’assemblaggio ai bambini non viene montata l’attesa? Le mamme li aspettano con pazienza, ricamando cuffiette…perché la loro esistenza è un rullo “tutto, adesso e subito”?
C'è un aggiornamento scaricabile on-line da aggiungere a posteriori?

Quando sono tranquilli e la conversazione scorre fluida, i bambini sono una compagnia meravigliosa: sono divertenti, hanno senso dell’umorismo, capacità di giudizio diretta e senza filtro…sono spassose le loro osservazioni sulle cose e le persone…perché poco dopo si impegnano così tanto a distruggere questa idilliaca immagine?

La relazione mamma-figlio funziona come il pupazzo di Ken degli anni ’80, quello a cui cambiavi la faccia girandogli il braccio. Le mamme guardano i loro figli con amore, con orgoglio, con quel sorrisetto ebete riservato solo ai propri bambini. Poi loro le toccano il braccio e il volto si trasfigura, diventa brutto come la strega cattiva delle favole con gli occhi di fuoco per incenerire, il ghigno satanico e la voce bassa e roca.

Piccoli esempi quotidiani posso essere:

In bagno: “Mammaaa, Micro si sta colorando la maglietta con quella matita che hai nell'astuccio di Hello Kitty nella tua borsa?” (la borsa era chiusa e la "matita" era il contorno labbra di Chanel ovviamente) 

In macchina: “MamMMaaAA, mi raccogli la macchinina, mi dai un fazzoletto, ho fame, ho sete, voglio gli occhiali, mi dà fastidio il sole, cambi la canzone, alzi il volume, siamo arrivati?!”

In cucina con acqua che bolle, olio che frigge e sugo che schizza, tutti e due attaccati ai pantaloni: “Mi fai vedere?” “Ti aiuto io, prendo la sedia” “Anche io voglio vedere, mi prendi in braccio?”

Di notte: “Mamma, maammmaa, MAMMAAA….ho sete” (N.d.t. c’è dell’acqua su entrambi i comodini ma loro preferiscono l'urlo di Tarzan dal loro letto o venire a piedi a svegliare me)

A tavola, con il cucchiaio pieno di minestrone bollente, tirando la manica della camicia e picchiettando il braccio per essere sicuri di essere stati notati: “Mamma, mi cambi cartone”, “Mamma, mi cambi il patello, ho fatto la cacca”…e una volta sul fasciatoio: “Mamma mi prendi la bambola, mi prendi la bambola, mi prendiii la baaambolaaa, voglioooo la MMIIAAA bambbbolaaaa adesssooo” (durante un codice marrone…mooolto marrone!)

Al telefono: “mamma, mamma, mamma…senti…mamma, mamma…senti…ti devo dire una cosa”
“Sono al telefono, aspetta un momento”
“mamma, mamma, mamma….senti” “DIMMI” (con santa pazienza di chi è dall’altra parte) “eehhhmmm…ti volevo dire che…eehhmm se dopo posso vedere i cartoni)

Alla cassa del supermercato: “mamma, mamma, posso mangiare i bastoncini di pesce ADESSO?” “mamma...Micro sta aprendo i piselli surgelati” “mamma, io però volevo comprare tutte le patatine, non volevo le banane”


Una donna aspetta una vita il giorno in cui terrà il suo bambino tra le braccia, il giorno in cui lui la chiamerà “mamma”; in breve scopre che lui urla “MAAAMMMAAAA” circa uno zilione di volte al minuto e in men che non si dica inizia l’attesa perché la smetta di chiamarla e si scolli dalle sue braccia.