Al netto della mia salute cagionevole, della convivenza
forzosa 24/7, del maltempo e del mare così così…abbiamo archiviato le vacanze
2014 alla voce: BELLE VACANZE! Stabili, lunghe, piovose, a tratti pigre,
qualche volta rilassanti, allegre, piene di gelati e delle comode abitudini della vita di provincia.
E’ stata una vacanza in famiglia: noi CON loro e loro CONTRO
di noi!
La giornata di mare che diventa aperitivo al tramonto, che
diventa cena, che diventa un lento al chiaro di luna, che diventa bagno di
notte, che diventa cornetto all'alba…ecco, sì, questo ci è mancato un po’.
Adesso ci sono altre maratone, ci sono loro, i nemici, e noi che facciamo veramente i genitori, almeno in agosto.
Fare i genitori significa passare le giornate a difendersi dagli agguati del nemico. Quelli fisici di loro che tirano, spingono, saltano (per lo
più addosso e all'improvviso) qualsiasi cosa si abbia tra le mani: noi un
oggetto fragile, loro un gelato sciolto, di solito al cioccolato.
Quelli verbali che si dividono in alcune macro categorie:
·
DOMANDE
IMPOSSIBILI E INOPPORTUNE
“posso andare fino alla boa con i miei amici?” – mentre sto
cercando di arginare la piccola che ha scelto la scaletta dello scivolo per
annunciare: “ho fatto la cacca!” - “ma ti pare? Certo che no” “daidaidai posso,
dai, posso…dai…tiprego tiprego tiprego” e qui scatta la difesa muta da luogo
pubblico: occhiatacce, minacce mute, insoluti mimati che terminano con un
esasperato “chiedi a TUO PADRE e levati da qui”. Il nano astuto si reca quindi
dal legale genitore che è al telefono per lavoro e la linea è disturbata e non
si capisce niente: “la mamma ha detto che posso andare alla boa con i miei
amici” (che hanno 14 anni N.d.r.) – da cui si difende con occhiacci, insulti
muti e gesti da TSO, cercando di incutere timore reverenziale al nano e lucida
professionalità al suo interlocutore fallendo entrambi i task. “Sono al
telefono, aspetta un secondo” cui segue una rissa decisamente pulp.
·
DOMANDE A
MITRAGLIA (tutte uguali e contrarie nello stesso contesto e non è
importante la risposta quanto la velocità della raffica)
ES. in 15”: “midailabrioche, hosete, voglioilgelato,
mifaivederecosac’ènellapentola, vogliol’acqua, midaiuncchiere,
nonvoglioilbicchiereverdeèdafemmine, nonvoglioilbicchieregialloèdapiccoli, allorabevodallabottiglia,
vogliolapastabianca, norossa, maiolavolevobianca"
Es. in 7”: “midai-miprendi, miapri-michiudi,
miallacci-mislacci, mitogli-mimetti, mialzi-miabbassi,
micambicartone-nonvoglioquestocartone, voglioilgelato-nonmipiaceèfreddo”
Una vertigine!!
·
DOMANDE
AFFERMATIVE (la cui risposta è ininfluente)
Es. 1: “possoguardareuncartone?” “No, è pronto in tavola”
“Mauffa, tiprego ti prego ti prego,
solounosoloperquesti10minutitigiurochespengosubitotiprego” (è tutto scritto
attaccato perché le questue dei bambini non conoscono pause) “daimammatiprego,
nonhovistouncartonedatantianni” (sic) che si conclude con un ringhiato "IO
LO GUARDO LO STESSO"…trascinando la discussione fino allo sfinimento e
raffreddando la cena.
Es. 2: “possofareilbagnonell’acqualta?”
"possomangiareungelato" “no amore, non adesso” per qualsiasi motivo
che in teoria dovrebbe essere incontrovertibile e invece scatena negoziazioni
infinite ed estenuanti con capricci, musi e uno scocciato "E IO LO FACCIO LO
STESSO"
·
DOMANDE
NEGATIVE
Es. "perchènessunomihadatol'acqua?"
"perchènonmidateilbicchere?" "perchènonc'èlamiapasta"
"perchènessunomicompraunregalo?" "perchènonmidaiilgelato?"
Facendo passare l'amorevole genitore dedito al solo
accudimento dell'erede per sadico aguzzino.
I nanidagiardino fanno domande la cui risposta non gli piace
e che deve essere necessariamente SI’ - se si vuole sopravvivere - salvo andare in contro alla scalata
dell’Annapurna (a mani nude) quando si sceglie un faticoso NO. Mi domando
spesso se i bambini abbiano realmente bisogno di un genitore o non
preferirebbero una Schiava Isaura qualsiasi, magari meno pedagogica ma sempre a
disposizione.
Poi ho capito…lo slogan “Yes, we can” della campagna
elettorale di Barack Obama non era frutto di un arguto staff di consulenti in comunicazione di massa. In
realtà lui, ha solo mutuato dalla sua vita di padre l'inno alla sopravvivenza
genitoriale: “YES...YOU CAN”
Nessun commento:
Posta un commento