giovedì 16 ottobre 2014

Appunti e riassunti

In queste settimane ho scritto e riscritto appunti e bozze ma sono sempre stata assalita dai ladri di tempo. Attorno a me c'è immancabilmente qualcuno che urla: “sai dov’è…?”, “chi ha spostato...?”, “dove hai messo…?”, “hai pagato…?”, “hai mandato…?” cui segue a ruota: “non voglio questa cena, ne volevo un’altra”, “non voglio questa maglietta, volevo quella rosa”, “non cercavo questa ma quella”, “perché questa è qui e non lì?”, “chi ha toccato questo?”, con gran finale: “voglio guardare un cartone”, “voglio guardare la notizie”, “non voglio le notizie, voglio due cartoni”, “non voglio lo sciroppo”, “voglio una brioche”…. Quando tutto questo fastidioso inquinamento acustico si ferma, la mammamedia raggiunge sui gomiti la camera da letto, si svuota il cervello guardando vecchie puntate de “La Tata” e si addormenta sognando di abitare nella mansion di Maxwell Sheffield con sagace e risolutivo maggiordomo al seguito.

Il mondo e le giornate di una mammamedia sono di continua ispirazione per un riflessione tra il serio e il faceto, salvo che tra il cervello e le dita ci sono cozza&cozzetta, la mamma, il marito, le amiche, il capo e la suocera (in quest’ ordine). Sono loro i “ladri di tempo”, quelli su cui fior di professionisti costruiscono ore di corsi di formazione, in cui insegnano tutte le teorie per gestirli: liste, precedenze, disciplina per costringerli a mettersi in fila per 3 con resto di 2 - e che nella pratica sono un’allegra massa disomogena, come le file dal macellaio.

Riassumendo: in questi giorni la mia vita si è popolata di:

1)    mamme brontolone: non sanno, non capiscono, nessuno glielo ha detto, hanno gli angoli della bocca all’ingiù, cercano un colpevole per qualsiasi cosa, tutto è incomprensibile e complicato; mamme autoironiche: si guardano spennacchiate e incasinate, si riconoscono tra di loro e ci ridono su; mamme natestanche per cui tutto è fatica, peso, noia, stanchezza (anche stare sedute a chiacchierare tra mamme); mamme con il senso dello humor che trovano tutto questo un bizzarro momento della vita che un giorno passerà e mancherà tantissimo e avrà lasciato indietro un sacco di aneddoti da raccontare

2)    figli che si dividono, come le acque del Mar Rosso in “sonobravo e saròbravo perché voglio un premio” e “urlo e urlerò sempre di più perchè non me ne può fregare di meno (e magari chiedo il premio lo stesso)

3)    mariti che alle 20.00 diventano un tutt'uno con il divano, abbracciano il cuscino e affogano la loro giornata nei meandri dell’informazione economica occulta (quella vera, mica quella che leggi sul giornale) su tutti i supporti possibili: il caro vecchio quotidiano, i social network sovversivi e i salotti in tv…perché hanno lavorato tutto il giorno e meritano del tempo da dedicare ai loro interessi (sic)

4)    zucchero a chili perché “tizio” a scuola ha compiuto gli anni e la sua mamma ha portato un quintale di caramelle: gommose, misteriose, coperte di zucchero, ripiene di zucchero e fatte di zucchero. I bambini in classe sono 24, si festeggiano compleanni ogni sempre e anche la nascita di decine di fratelli e sorelle e la materna si trasforma in una cascata di zucchero appiccicoso difficile da etirpare dalle gole profonde di nanidagiardino dai 2 ai 6 anni. E i dentisti prenotano il rogito per una villa a Maui.

5)    fine settimana che sembrano percorsi dei Seals in cui la mammamedia si divide tra le proprie necessità (porre rimedio a una ricrescita nera - vabbè..ormai non proprio nera - su svariate parti del corpo dall'alto in basso, prendere un caffè senza il capo che ti aspetta), le necessità della casa (una spesa previdente, una sistematina un po’ sensata e non isterica, un check alla lista delle cose (non) fatte della settimana precedente e a quelle che non saranno fatte nella settimana che arriva, le necessità dei bambini (che hanno diritto a uscire, riposare, incontrare gli amici, guardare un cartone in pigiama, giocare in camera loro, usare la bici, il monopattino, la palla, il triciclo, il quod, vedere la nonna, giocare in giardino, godersi un super sonnellino nel lettone, vedere gli animali della fattoria, partecipare alla festa di….tutti i sabati e tutto alla stessa ora)

6)    Micro, la mia meravigliosa cozzetta bionda con l’argento vivo addosso che strappa il cuore con un sorriso o il cervello con un urlo senza soluzione di continuità e senza preavviso, che non dà tregua alla sua mammamedia contemporaneamente brontolona e natastanca (che spesso fatica a trovare l’ironia nelle sue urla) capace di tirare fuori la mammastrega, quella con la faccia dell’urlo di Munch, quella con i “capelli verdi” che la vuole solo azzittire perché quel modo di fare così tanto e sempre strillone, prepotente, arrogante e capriccioso le fa saltare il sistema nervoso e anche tutta la buona volontà di aprire la porta di casa con un sorriso. La teoria dice che i bambini puniscono la mamma che lavora, la mamma che non c’è, la mamma che arriva stanca. La pratica dice che spesso per aprire la porta da cui provengo strilli e strilli bisogna fare un respiro profondo.

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