mercoledì 17 dicembre 2014

Rivelazioni

In preda a un momento di totale sconforto raggiungo affranta e abbattuta la porta del terzo piano, lì c’è la salvezza…l’abbraccio della Madre, la nonnamenomalechec’è che sicuramente conosce la parola magica che mi restituirà fiducia nel mio futuro di genitore. Lei che è accoglienza pura, saggia, Giusta, equilibrata e conosce bene me e i bambini. Lei, un educatore per carriera e vocazione. Lei che è stata una madre lucida, stabile, giustamente severa, ferma nelle sue posizioni, ci ha trasmesso disciplina, valori e buona educazione sociale e morale. Lei che distribuiva premi con il contagocce attesi e goduti, e punizioni poche ma mirate con la precisione di un cecchino della CIA: adesso e ora e non dopo...niente cioccolato a merenda...ahia che dolore (mentre papà minacciava anni di privazioni che duravano da Natale a Santo Stefano).

Io e lo zio barbuto abbiamo ricevuto un’educazione ferma, gerarchica, solida, sicura.
Sì sì…ho fatto bene, io scorata, con gli occhi pieni di lacrime come Spank, il morale sotto le scarpe suono fiduciosa al loro campanello, so che a breve starò meglio, che avrò ritrovato autostima e autorevolezza.

“Maaaammmaaaa….sono un disastro, la mia vita è un disastro, i nanidagiardino sono dei mostri, dei selvaggi, dei barbari. Sono mercenari di Annibale, sono come la muffa, si insinuano e distruggono, sono delle piante infestanti. Li ho voluti con tutta me stessa ma questi sono il nemico, io volevo dei bambini con cui giocare, condividere, trasmettere storia ed esperienza e invece….abito in un brodo primordiale, non c’è un singolo angolo in casa in cui loro non siano passati e lo abbiano smontato. Aprono, cercano, guardano, controllano, chiedono, domandano, soppesano, si intromettono. E lo fanno ovunque, ho paura a portarli in giro. Non posso più fare niente in casa senza la loro fastidiosa presenza: carico la lavatrice a 6 mani con detersivi che sgocciolano in ogni dove mentre lanciano nel cestello una macchina della polizia sporca di pennarelli o una calza nera nel bucato bianco pronto per il candeggio. Carico la lavapiatti con loro appesi al collo che spostano tutti i piatti sporchi e infilano dentro oggetti non identificati e fanno partire il lavaggio cristalli per le tazze della colazione. Mi trucco con due mostri attaccati alla mano perché “non vedono bene” dove ho messo la matita (sulla guancia ovviamente). Sistemo le bollette con due disturbatori che usano l’evidenziatore giallo per disegnare una macchinina sulla rata del mutuo. Nella libreria ci sono i Puffi come fermalibri, in frigo i Gormiti a fare la guardia a due ovetti kinder, alle pareti tonnellate di fogli colorati a coprire i quadri. La trousse del trucco che ho nella borsa è stata usata per creare un’opera d’arte in un ristorante; il Bimby non ha segreti per loro due, lo smontano e rimontano veloci come Gunny il suo fucile. Non riesco a nascondere niente da nessuna parte perché arriva Schliemann a fare scavi in ogni armadio, passano il tempo a fare Tarzan e Jane arrampicati tra gli scaffali, anche nel controsoffitto...Hanno persino ritrovato quell'orecchino della zia Lina che avevo perso anni fa in casa. Sono ovunque, sono un esercito, sembrano due e invece sono un battaglione di Navy Seals, appaiono, si mimetizzano e scompaiono. Più li contengo più è peggio, mi guardano come se fossi di passaggio in casa. Pensano di vivere sul set di un film di pirati, di avventure…N O N CE LA FACCIO PIU’!”

Risposta del mio saggio, sapiente e severissimo genitore:

“I tuoi figli sono due spiriti liberi, due creativi, due anime ribelli alle convenzioni, alle regole – che conoscono bene e che sanno come e quando rispettare e che quindi non gli interessano. Non puoi arginarli, lasciati trasportare dalla loro creatività. Guarda le ante del tuo vecchio armadio: le hanno colorate con gli acquerelli: con le mani e i pennelli…è un’opera d’arte! Abbiamo giocato con la mia collezione (quarantennale) di saponi di tutti gli alberghi dove siamo stati io e papà, abbiamo usato la mia cassetta degli attrezzi (di cui un professionista sarebbe invidioso) per trasformare il camion dei pompieri in un elicottero smontando le ruote dell’aspirapolvere. Loro sono così, liberi e felici. Fidati, lascia che si esprimano, non tarpargli le ali.”

“MA COME? NON CI CREDO….tu quoque Brutta….è così che me li “curi” ogni giorno? La collezione di saponi? Io e lo ziobarbuto non sapevamo nemmeno esistesse. Le ante del mio armadio? Opera d’arte perché non è a casa mia. A noi avevate comprato un pannello di sughero come unico spazio abitabile delle creazioni artistiche. La scatola degli attrezzi? Era circondata da filo spinato. Ma come è possibile che per noi la storia sia stata così tanto diversa? Voi eravate più severi o noi eravamo più obbedienti, più tranquilli….”

ERAVATE PIU’ NOIOSI.

giovedì 4 dicembre 2014

ARIMO

Capita a volte che nel mezzo del guado invernomilanoscuolalavoro ci voglia una pausa, una di quelle che ci vuole una valigia vera e magari anche un aereo. Ecco…eravamo proprio a quel punto del guado.

E così siamo partiti alla volta di una spiaggia bianca assolata e ventosa a una manciata di minuti di aereo da qui. E’ bastata una telefonata a quel ramo di famiglia che nella spiaggia assolata ci vive tutto l’anno e via!

Prima di partire abbiamo diligentemente formato i nanidagiardino corrompendoli e ricattandoli con i più biechi mezzucci perché si comportassero bene (ed essendo Babbbo Natale alle porte, ricattare un bambino è un gioco da ragazzi) e abbiamo ottenuto il risultato desiderato: due principi della corte d’Inghilterra…irreprensibili (ffiiiuuu). Abbiamo preparato le valigie: troppe e stracariche, secondo le indicazioni meteorologiche dell’amica fidata – di cui ovviamente non ci siamo fidati e siamo morti di caldo e al ritorno abbiamo pagato l’extra bagaglio come succede sempre al ritorno “da giù”. Abbiamo svegliato i bambini all'alba e….”il Comandante vi dà il benvenuto a bordo"…evviva, ecco cosa volevamo: fuggire, staccare i piedi dall'asfalto di Milano, scappare alla velocità di un aereo.

Ed ecco come è andata: siamo atterrati vicino alla spiaggia bianca assolata e ventosa, sotto un cielo azzurro che avevamo dimenticato e ci siamo seduti a tavola, saltando letteralmente per 4 giorni da una all'altra…senza opporre alcuna resistenza.

Maxi ha ritrovato famiglia, amici fratelli, mare e sole ed è rinato alla sua vera natura di maschio italico medio, ha abbandonato prole e moglie al loro destino, si è messo in modalità nonminteressanientediniente e ha dedicato il tuo tempo a svuotare la mente dai lacci e lacciòli della vita di città insieme a una manciata di maschi italici medi felici di rivederlo e condividere cibo, vino e chiacchiere fiume. Sì perché Maxi al Sud….chiacchiera!.

Mini ha passato 4 giorni ubriaco di regali e di abbracci, ha retto con classe a un’agenda matta e forsennata di cene, pranzi e merende e aperitivi e passaggi dalla zia e dalla cugina, lasciandosi trasportare come una medusa. Saggio, astuto e intelligentemente opportunista ci ha messo poco a capire che le zie sono sensibili ai suoi occhioni blu e che lo sguardo languido da bambino milanese stressato era la chiave di volta per avere accesso illimitato a cioccolato e gormiti. E’ stato travolto da 8 bambine alte, basse, grandi e piccole, more e bionde…non rimpiangendo nemmeno per un secondo la mancanza di un altro maschietto in questo affascinante pollaio. Le ha trascinate in corse sfrenate e giochi rumorosi e ha scelto la più bella e la più simpatica con un giudizio piuttosto volatile diverso ogni ora.

Micro ha saltabeccato tra le braccia di tutti impermeabile al cambiamento di abitudini. Ha passato 4 giorni con “le sue amiche” (ipse dixit) correndo come una paperella dietro a bambine più grandi di lei o con le “sue cugine”, due bellissime spilungone adolescenti con un km di capelli…da cui si è fatta fare i codini (N.d.r. Micro ha un taglio da marine ma questo non le ha impedito di fantasticare di boccoli e forcine) e con cui ha condiviso segreti inconfessabili…di già? Ha indossato immediatamente qualsiasi capo di abbigliamento le venisse regalato a patto che fosse rosa, pieno di paillette e molto kitsch con un sorriso da red carpet.

Io ho respirato sole, vento, mare e libertà dalla routine della pessima moglie che sono. Mi sono goduta e stragoduta la colazione in albergo, le cene ovunque, i pranzi da chiunque facendo persino fatica a scegliere dai menù. Mi sono dimenticata di avere un capo che mi vorrebbe accanto ogni volta che mi pensa cioè sempre, una casa, una lavatrice, una vita che sgomita per trovare un posto nella mia agenda, un sacco di scadenze da cui a casa non posso scappare.

Siamo stati in spiaggia a bagnarci i piedi (e le scarpe e le calze e i pantaloni), abbiamo ripulito i nostri verdognoli polmoni milanesi; abbiamo scavato una buca a mani nude e Mini si è lamentato perché non avevamo pensato a portare secchielli e palette!

Ci siamo fatti coccolare dalla bisnonna che a 95 ha più energia di me, ha giocato a “ce l’hai” con i bambini, ha coordinato la preparazione e armato un pranzo per 8 che nemmeno a Natale e ha raccontato storie di epoche estinte catalizzando l’attenzione di tutti con una verve e una sagacia che nemmeno io nelle mie serate migliori. Era a capo della tavola e della famiglia con una grinta che superava dolori e acciacchi dell’età e io che per il raffreddore raduno tutti al mio capezzale!


E siamo tornati alla base, soddisfatti e satolli dopo una pausa dalla solita vita, che siccome la conosciamo ogni tanto è piuttosto noiosa.