giovedì 4 dicembre 2014

ARIMO

Capita a volte che nel mezzo del guado invernomilanoscuolalavoro ci voglia una pausa, una di quelle che ci vuole una valigia vera e magari anche un aereo. Ecco…eravamo proprio a quel punto del guado.

E così siamo partiti alla volta di una spiaggia bianca assolata e ventosa a una manciata di minuti di aereo da qui. E’ bastata una telefonata a quel ramo di famiglia che nella spiaggia assolata ci vive tutto l’anno e via!

Prima di partire abbiamo diligentemente formato i nanidagiardino corrompendoli e ricattandoli con i più biechi mezzucci perché si comportassero bene (ed essendo Babbbo Natale alle porte, ricattare un bambino è un gioco da ragazzi) e abbiamo ottenuto il risultato desiderato: due principi della corte d’Inghilterra…irreprensibili (ffiiiuuu). Abbiamo preparato le valigie: troppe e stracariche, secondo le indicazioni meteorologiche dell’amica fidata – di cui ovviamente non ci siamo fidati e siamo morti di caldo e al ritorno abbiamo pagato l’extra bagaglio come succede sempre al ritorno “da giù”. Abbiamo svegliato i bambini all'alba e….”il Comandante vi dà il benvenuto a bordo"…evviva, ecco cosa volevamo: fuggire, staccare i piedi dall'asfalto di Milano, scappare alla velocità di un aereo.

Ed ecco come è andata: siamo atterrati vicino alla spiaggia bianca assolata e ventosa, sotto un cielo azzurro che avevamo dimenticato e ci siamo seduti a tavola, saltando letteralmente per 4 giorni da una all'altra…senza opporre alcuna resistenza.

Maxi ha ritrovato famiglia, amici fratelli, mare e sole ed è rinato alla sua vera natura di maschio italico medio, ha abbandonato prole e moglie al loro destino, si è messo in modalità nonminteressanientediniente e ha dedicato il tuo tempo a svuotare la mente dai lacci e lacciòli della vita di città insieme a una manciata di maschi italici medi felici di rivederlo e condividere cibo, vino e chiacchiere fiume. Sì perché Maxi al Sud….chiacchiera!.

Mini ha passato 4 giorni ubriaco di regali e di abbracci, ha retto con classe a un’agenda matta e forsennata di cene, pranzi e merende e aperitivi e passaggi dalla zia e dalla cugina, lasciandosi trasportare come una medusa. Saggio, astuto e intelligentemente opportunista ci ha messo poco a capire che le zie sono sensibili ai suoi occhioni blu e che lo sguardo languido da bambino milanese stressato era la chiave di volta per avere accesso illimitato a cioccolato e gormiti. E’ stato travolto da 8 bambine alte, basse, grandi e piccole, more e bionde…non rimpiangendo nemmeno per un secondo la mancanza di un altro maschietto in questo affascinante pollaio. Le ha trascinate in corse sfrenate e giochi rumorosi e ha scelto la più bella e la più simpatica con un giudizio piuttosto volatile diverso ogni ora.

Micro ha saltabeccato tra le braccia di tutti impermeabile al cambiamento di abitudini. Ha passato 4 giorni con “le sue amiche” (ipse dixit) correndo come una paperella dietro a bambine più grandi di lei o con le “sue cugine”, due bellissime spilungone adolescenti con un km di capelli…da cui si è fatta fare i codini (N.d.r. Micro ha un taglio da marine ma questo non le ha impedito di fantasticare di boccoli e forcine) e con cui ha condiviso segreti inconfessabili…di già? Ha indossato immediatamente qualsiasi capo di abbigliamento le venisse regalato a patto che fosse rosa, pieno di paillette e molto kitsch con un sorriso da red carpet.

Io ho respirato sole, vento, mare e libertà dalla routine della pessima moglie che sono. Mi sono goduta e stragoduta la colazione in albergo, le cene ovunque, i pranzi da chiunque facendo persino fatica a scegliere dai menù. Mi sono dimenticata di avere un capo che mi vorrebbe accanto ogni volta che mi pensa cioè sempre, una casa, una lavatrice, una vita che sgomita per trovare un posto nella mia agenda, un sacco di scadenze da cui a casa non posso scappare.

Siamo stati in spiaggia a bagnarci i piedi (e le scarpe e le calze e i pantaloni), abbiamo ripulito i nostri verdognoli polmoni milanesi; abbiamo scavato una buca a mani nude e Mini si è lamentato perché non avevamo pensato a portare secchielli e palette!

Ci siamo fatti coccolare dalla bisnonna che a 95 ha più energia di me, ha giocato a “ce l’hai” con i bambini, ha coordinato la preparazione e armato un pranzo per 8 che nemmeno a Natale e ha raccontato storie di epoche estinte catalizzando l’attenzione di tutti con una verve e una sagacia che nemmeno io nelle mie serate migliori. Era a capo della tavola e della famiglia con una grinta che superava dolori e acciacchi dell’età e io che per il raffreddore raduno tutti al mio capezzale!


E siamo tornati alla base, soddisfatti e satolli dopo una pausa dalla solita vita, che siccome la conosciamo ogni tanto è piuttosto noiosa.

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