In preda a un momento di totale sconforto raggiungo affranta
e abbattuta la porta del terzo piano, lì c’è la salvezza…l’abbraccio della
Madre, la nonnamenomalechec’è che sicuramente conosce la
parola magica che mi restituirà fiducia nel mio futuro di genitore. Lei che è accoglienza pura, saggia, Giusta, equilibrata e conosce bene me e i bambini. Lei, un
educatore per carriera e vocazione. Lei che è stata una madre lucida,
stabile, giustamente severa, ferma nelle sue posizioni, ci ha trasmesso
disciplina, valori e buona educazione sociale e morale. Lei che distribuiva premi con il contagocce attesi e goduti, e punizioni poche ma mirate con la precisione di un cecchino della CIA: adesso e
ora e non dopo...niente cioccolato a merenda...ahia che dolore (mentre papà
minacciava anni di privazioni che duravano da Natale a Santo Stefano).
Io e lo zio barbuto abbiamo ricevuto un’educazione ferma,
gerarchica, solida, sicura.
Sì sì…ho fatto bene, io scorata, con gli occhi pieni di
lacrime come Spank, il morale sotto le scarpe suono fiduciosa al loro
campanello, so che a breve starò meglio, che avrò ritrovato autostima e
autorevolezza.
“Maaaammmaaaa….sono un disastro, la mia vita è un disastro,
i nanidagiardino sono dei mostri, dei selvaggi, dei barbari. Sono mercenari di
Annibale, sono come la muffa, si insinuano e distruggono, sono delle piante
infestanti. Li ho voluti con tutta me stessa ma questi sono il nemico, io
volevo dei bambini con cui giocare, condividere, trasmettere storia ed
esperienza e invece….abito in un brodo primordiale, non c’è un singolo angolo
in casa in cui loro non siano passati e lo abbiano smontato. Aprono, cercano,
guardano, controllano, chiedono, domandano, soppesano, si intromettono. E lo
fanno ovunque, ho paura a portarli in giro. Non posso più fare niente in casa
senza la loro fastidiosa presenza: carico la lavatrice a 6 mani con detersivi
che sgocciolano in ogni dove mentre lanciano nel cestello una macchina della polizia sporca di pennarelli o una calza nera nel bucato bianco pronto per il
candeggio. Carico la lavapiatti con loro appesi al collo che spostano tutti
i piatti sporchi e infilano dentro oggetti non identificati e fanno partire il
lavaggio cristalli per le tazze della colazione. Mi trucco con due mostri
attaccati alla mano perché “non vedono bene” dove ho messo la matita (sulla
guancia ovviamente). Sistemo le bollette con due disturbatori che usano
l’evidenziatore giallo per disegnare una macchinina sulla rata del mutuo. Nella libreria ci sono i Puffi come fermalibri, in frigo i Gormiti a
fare la guardia a due ovetti kinder, alle pareti tonnellate di
fogli colorati a coprire i quadri. La trousse del trucco che ho
nella borsa è stata usata per creare un’opera d’arte in un ristorante; il Bimby
non ha segreti per loro due, lo smontano e rimontano veloci come Gunny il suo
fucile. Non riesco a nascondere niente da nessuna parte perché arriva
Schliemann a fare scavi in
ogni armadio, passano il tempo a fare Tarzan e Jane arrampicati tra gli
scaffali, anche nel controsoffitto...Hanno persino ritrovato quell'orecchino
della zia Lina che avevo perso anni fa in casa. Sono ovunque, sono un esercito, sembrano due e invece sono un battaglione di Navy Seals, appaiono, si
mimetizzano e scompaiono. Più li contengo più è peggio, mi guardano
come se fossi di passaggio in casa. Pensano di vivere sul set di un film di
pirati, di avventure…N O N CE LA FACCIO PIU’!”
Risposta del mio saggio, sapiente e severissimo genitore:
“I tuoi figli sono due spiriti liberi, due creativi, due
anime ribelli alle convenzioni, alle regole – che conoscono bene e che sanno
come e quando rispettare e che quindi non gli interessano. Non puoi
arginarli, lasciati trasportare dalla loro creatività. Guarda le ante del tuo vecchio armadio: le hanno colorate con
gli acquerelli: con le mani e i pennelli…è un’opera d’arte! Abbiamo giocato
con la mia collezione (quarantennale) di saponi di tutti gli alberghi dove siamo
stati io e papà, abbiamo usato la mia cassetta degli attrezzi (di cui un
professionista sarebbe invidioso) per trasformare il camion dei pompieri in un
elicottero smontando le ruote dell’aspirapolvere. Loro sono così, liberi e
felici. Fidati, lascia che si esprimano, non tarpargli le ali.”
“MA COME? NON CI CREDO….tu quoque Brutta….è così che me li
“curi” ogni giorno? La collezione di saponi? Io e lo ziobarbuto non sapevamo
nemmeno esistesse. Le ante del mio armadio? Opera d’arte perché non è a casa
mia. A noi avevate comprato un pannello di sughero come unico spazio abitabile
delle creazioni artistiche. La scatola degli attrezzi? Era circondata da filo
spinato. Ma come è possibile che per noi la storia sia stata così tanto
diversa? Voi eravate più severi o noi eravamo più obbedienti, più tranquilli….”
ERAVATE PIU’ NOIOSI.
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