giovedì 14 maggio 2015

Auguri vecchi ma con il cuore

Con una settimana di ritardo, per cifra stilistica. Con tempi lunghi in coerente personalità e in amorosa unione con i tuoi tempi lunghi…tanti auguri Mini amore mio.

Hai compiuto 6 anni e adesso – mi hai detto – sei un ragazzino.

Mi hai detto che adesso che hai 6 anni vuoi “mangiare una cicca” e che adesso che sei un ragazzino sei pronto ad assaggiare le cose che fino a ieri non hai mangiato e quindi hai assaggiato….una banana!

Hai festeggiato per tre giorni da vero imperatore: la famiglia, gli amici, i parenti. Tre giri di torte, di regali, di baci, di candeline. Hai avuto tempo di goderti questo traguardo con calma, assaporandone l'importanza. Sì perchè 6 anni è una cabala mica da poco: la fine dell'era bebè. Adesso sei un bambino grande, ti si aprono scenari nuovi e tu non vedevi l'ora di compiere 6 anni. In realtà sei solo un bebè grande - ma tu non lo sai.

Adesso sei cosciente di essere strutturalmente lento e pigro. Dalla tua camera alla porta d’ingresso ti occorrono “almeno” 20 minuti. Dalla sveglia all’ascensore almeno un’ora. Dal divano al tavolo da pranzo….15 minuti. Ogni passo contiene in sé zilioni di ragioni per fermarsi a riflettere e pensare e vagare nel tuo magico mondo. Ogni oggetto sul tuo cammino merita una sosta di riflessione e analisi. Io urlo come l’altoparlante della stazione e tu, impermeabile mi ricordi che “sei nato lento”.

Hai deciso che il tuo unico mezzo di trasporto è il quod elettrico che ti hanno regalato per il terzo compleanno...la sproporzione tra te e lui non ti riguarda. Per lui dimentichi di possedere una bicicletta, un monopattino, un pallone…nulla può davanti al tuo comodo e ronzante quod. Le nostre insistenze ti lasciano indifferente, ci ricordi che “sei nato pigro” e ci informi di un tuo piano di attacco al mezzo di locomozione. Seguendo la tua logica prenderai la patente a 32 anni e passerai direttamente dal quod al motorino! 

Hai preso coscienza anche dei tuoi pregi: sai di essere cartesiano e dialettico. Poveri noi. Il mantra serale “a letto, sono le 9” per te è una sfida al mio uso elastico dell’orologio – che hai imparato a leggere – “non sono le 9, perché la lancetta corta è ancora sull’8, quindi dovresti dire quanto tempo manca alle 9, così noi sappiamo tra quanto tempo dobbiamo andare a letto”.

Hai gelato una mia sfuriata epica, nel suo punto di climax mentre urlavo - sfinita dalla tua flemma - “fai quello che vuoi”, sfoderando un momento educational che suonava più o meno così: “non posso fare quello che voglio perché sono un bambino. Tu sei nata mamma e mi devi dire tu cosa devo fare, perchè sei tu la mia guida e io senza di te non so cosa devo fare”. Sono scoppiata a ridere e abbiamo soffocato la sgridata in un mare di baci.

Hai la testa di Cartesio e il corpo di Paperino. Sei un avversario dialettico di tutto rispetto, sei di una dolcezza disarmante, hai uno sguardo che parla e un cervello mai stanco. Hai fame di sapere…perché il sapere è “comodo” come te. Sono curiosa e spaventata se guardo avanti, commossa e, a tratti, nostalgica se guardo indietro e ti ripenso bambolotto tra le mie braccia.

Hai preso il mio tempo, hai conquistato il mio spazio, hai devastato le mie priorità, hai occupato la mia anima e mi hai reso felice.

Un dettaglio: sarai il mio topo anche quando porterai fuori a cena una bionda mozzafiato…te lo dico oggi così non saranno discussioni domani, avvertila subito che vi guarderò allontanarvi dal balcone e sarò gelosa e orgogliosa del mio bambino.


Tanti auguri piccolo gigante mio.

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