venerdì 23 ottobre 2015

I miei inquilini, le mie ossessioni. Potere di una virgola

A casa Maxi abbiamo trascorso questo giro di giostra affogando in un progetto inevitabile: aggiornare la cameretta da bebè a bambini. In tempi non sospetti, all’inizio dell’anno, tra una lavatrice e una lavapiatti sono stata assalita dal tarlo del cambiamento - e quando mi succede Maxi trema di paura. Non potendo cambiare casa o marito (troppo faticoso e troppo dispendioso in entrambi i casi), ho eletto la cameretta dei bambini vittima sacrificale della mia frenesia. Da quella sera il piano si è inclinato in modo irreversibile: progetti, disegni, idee, conferenze con l’amico architetto, cene con quello designer, tavole rotonde con le amiche, incursioni nelle case di tutte le famiglie del mondo occidentale per capire, copiare, scegliere, decidere e soprattutto ripetuti e cadenzati viaggi al mobilificio svedese - il cui software di autoprogettazione è diventato Vangelo. Una volta chiarite le idee, fatto i dovuti calcoli (ovviamente per lo più sbagliati), poco prima dell’estate sono arrivati i Brianza Dream Men e hanno spaccato, tirato, colorato etc...come da copione.

Il lato oscuro della faccenda è stato svuotare la cameretta.

Ero sicura - povera illusa - di avere due lettini, un armadio con dentro meravigliose scatole e scatolette e una manciata di contenitori di giocattoli: un paio d'ore di lavoro! “Per me è NO” ha urlato la cameretta stizzita da tanta mia tracotanza e ha cominciato a vomitare quintali di qualsiasi cosa: giocattoli, cianfrusaglie e inutilità varie accumulate in sei anni illuminando la mia mente di "giovane" mamma: i bambini sono degli hoarder naturali. A Luglio sarei venuta benissimo in uno di quei programmi della tv satellitare: un esperto di Accumulo Compulsivo alla porta, un cameramen che indugia sui pezzi di un omino di lego, sul braccio staccato di una bambola, su un vestito sdrucito di una bambola, spiegando al pubblico l'origine traumatica di questo disturbo sui miei bambini così piccoli…

Da quella stanza sono usciti giocattoli interi e a brandelli, libri interi e a brandelli, disegni, legnetti, rami di alberi, giornali, ritagli e palline di carta, brandelli di qualsiasi cosa gli sia capitata tra le mani in questi primi anni di vita: la chiave di un albergo, la carta di una merendina…quella camera era formata da tali e tanti strati pressati che uno speleologo ci scriveva la tesi di dottorato: minuscole porzioni di materiali vari appartenuti a chiunque. Ho trovato qualcosa in qualsiasi luogo. E sì che periodicamente compro scatole…ma non sarei io se non vivessi in modo totalmente dissociato l’acquisto compulsivo di scatole svedesi e la necessità di riempirle di “robe” (Micro cit.)

Io e le mie pulsioni psicotico ossessive e una buona dose di ansia da controllo, questa volta abbiamo comprato svariate scatole rosa e azzurre nel tentativo di ri-dividere, ri-catalogare almeno una parte di quella massa - che nel frattempo aveva invaso l’intera superficie dell'appartamento in una specie di incontrollato blob - e trasformare la loro stanza in una cameretta di bambini “grandi”. Mai decisione fu più ardua e perigliosa. Ho combattuto l’impulso di usare un lanciafiamme per svuotare la camera – in barba a qualsiasi teoria psicopedagogicologicobuonista, ho affrontato estenuanti negoziazioni che portassero a rinunciare alle 47 versioni di cubi (il giocattolo ripetuto in svariate fogge è stato oggetto del mio odio più feroce) più adatti a bebè di 10 mesi in favore del vulcano dei gormiti, ho trascorso lunghe serate cercando di dare un senso al loro delirio con il quale volevano dimostrare che quel pezzetto di plastica era un ricordo indelebile di qualcosa che in quel momento non ricordavano.

Tutto bene quel finisce bene la cameretta ha visto la luce a settembre – esattamente 9 mesi dopo il suo concepimento. L’ho arredata e riempita lentamente in modo ordinato, preciso, catalogando ogni cosa, dividendo spazi e giochi…ho passato serate a stringere brugole a piegare magliette, a contare gormiti ed ecco lei…esattamente come l’avevo immaginata, disegnata, pensata…mi piace, mi piace un sacco, è bellissima, è proprio bella, sono molto orgogliosa della MIA cameretta, perché è MIA, vero?

Ed ecco che mentre mi crogiolo nella contemplazione della MIA camera, arriva Maxi guastafeste a farmi notare con sardonica soddisfazione che no, non è mia ma è LORO, che devo uscire da quella stanza e consegnarne il destino ai legittimi proprietari perché la devastino come da programma…ecco il perché di questo lungo silenzio: per giorni sono rimasta seduta davanti alla porta della cameretta a godere di questo angolo di ordine, uno spettacolo ormai inusitato dalle mie parti. Ordine e profumo di nuovo…non so se riuscirò a girare la testa dall’altra parte per i prossimi 8 anni (perché ho già stabilito oggi che ci rimetterò mano tra 8 anni…se no non sarei ossessiva!). Lo faccio, giuro…uno di questi giorni restituirò la cameretta ai miei inquilini non paganti…giusto in tempo di fare qualche foto…per ricordarla com'era prima della calata dei nanidagiardino.


Oppure...ho una proposta: IO me ne andrò dalla loro cameretta quando LORO se ne andranno dal mio soggiorno (che sarà la vittima 2016 delle mie purghe staliniane).

venerdì 9 ottobre 2015

Discesa libera

Siamo ufficialmente in  discesa. Una volta passato Agosto si scollina e incomincia la discesa che porta alla fine dell’anno in una corsa sempre più veloce, sempre più in pendenza per finire con la solita scarica di adrenalina.

L’anno solare è come il giro d’Italia: un ottovolante prevedibile quanto spaventoso. Da gennaio a luglio è tutto in salita, lentamente quanto inesorabilmente la strada si fa sempre più faticosa fino alla volata finale verso la cima, premiata dall'assolata piana agostana.

Giugno è campo base, il mondo si ferma in pausa: sport, scuole, sceneggiati tutti finiscono e il clima si fa rovente. In casa è caos: dovemettoilnanetto è il refrain; in ufficio è caos: devichiudereilprogetto è il comandamento, la coppia scoppia, gli aperitivi di saluto pre vacanza (manco si partisse per la Legione Straniera) mettono a dura prova l’agenda e la dieta pre bikini (tutte le donne dichiarano di mangiare solo carote “TRANNE stasera che faccio un’eccezione”!).

Luglio è precario per definizione: corsi, settimane, nonni…nel magico mondo dei genitori il drill è tanto noto quanto terrificante. Ma dopo Luglio arriva lui: il climax, lo zenith, la soluzione a tutti i mali, il gong, il traguardo di tutte le famiglie:

Agosto, il capo dei capi. Sorge il sole del primo di Agosto e il mondo si zittisce in incredula sospensione…è arrivato. Abbiamo contato i minuti che ci separavano a questa alba. E desso? Ecco che inizia la cantilena: “Quando finisce Agosto?!” “Ma che caldo fa?” “E’ l’Agosto più caldo degli ultimi 300 anni” “Non ne posso più del caldo” “Oddio le ferie che ansia: valigie, code, caldo, non me ne parlare”…perché alla tentazione del cahiers de doléances non resiste nessuno, mai! Ma è una ruota che gira, basta un po’ di pazienza ed ecco:

Settembre, il praticello fiorito dove inizia la discesa: all’inizio lenta, piacevole, fresca e poi..una volta preso l’abbrivio una rapida che vola fino a Natale veloce come Bartali sull’Allos, una fuga a velocità Mach1. Incomincia con il ritorno a casa, quando bisogna unzippare la macchina perchè rigurgita bagagli e pezzi di bagaglio da ogni anfratto metallico (oggetti che non si sapeva fossero lì dentro, che non si sa bene chi li abbia infilati lì…e come!), zippare la lavatrice dei primi 3455 carichi, spargere parei, costumi e sabbia sul tappeto del soggiorno (che come per i coriandoli, non c’è aspirapolvere che tenga!), guardare gli stivali fare capolino, uscire di casa e…trovare nelle vetrine sciarponi e cappotti!

A Settembre poi ricomincia tutto, perché lui è il vero mese n.1: le scuole, gli sport (dei piccini che ci vanno perché qualcuno li porta e dei grandi che si iscrivono ma poi non hanno tempo di andarci!), gli aperitivi per salutarsi dopo il ritorno dalle vacanze (che sono notoriamente pericolose) e l’ansia da partenza che tutti scaricano addosso a tutti: le scuole con il loro infinito materiale assolutamente necessario e da comprare entro “ieri”; il capo e i progetti di tutto il quarter che devono ovviamente essere finiti entro “ieri”. E mentre in tv incoronano Miss Italia in una serata glamour, tutti in abito da sera e tacco 12, la mammamedia è in tuta a sistemare valigie, sacchi, zaini e armadi.

Ottobre è il mese della rassegnazione: la lavatrice ha finito di lavare teli mare, tutto e tutti sono correttamente incasellati nelle proprie routine ed è il momento perfetto per godersi l’arrivo dell’autunno. Prima che il generale inverno arrivi a bulleggiare questa fetta di mondo, prima che sia ora di scendere in cantina a prendere l’albero di Natale, prima che Novembre spenga il rosso delle foglie con il suo grigio fumo.


La famiglia Maxi ha affinato negli anni il rimedio perfetto per godere fino in fondo di queste settimane (anche per le altre, ma questa a me piace in particolare): radunare gli amici attorno a un tavolo e apparecchiarlo con funghi, vino rosso e polenta. Se poi vicino al tavolo luccicano i motori delle due ruote, allora sì che è l’autunno è perfetto.